giovedì 15 dicembre 2011

Sono o non sono... Capitan Uncino!

lunedì 20 giugno 2011 20.07
   http://29.media.tumblr.com/tumblr_l13r2uEd111qbvqlqo1_400.jpg
È risaputo che sono un'amante dei cattivi.
Di recente, però, una serie di curiose coincidenze mi ha fatto riscoprire sotto una luce del tutto nuova un particolare cattivo: capitan Uncino. Ora, a dirla tutta, non ho mai amato molto Peter Pan: mi piace il modo in cui James Matthew Barrie celebra il potere della fantasia e dei bambini, ma niente di più. L'ultimo film di Peter Pan lo vidi, credo, nel 2003 una sola volta al cinema, e non mi lasciò tanto impressionata... salvo una cosa. Salvo capitan Uncino. Però finì tutto lì: apprezzai l'idea, ma poi dimenticai il film, che mi aveva lasciata piuttosto fredda.
E adesso, invece, l'ho ripescato e riguardato solo per lui: per Uncino. A parte il fatto che lo interpreta un pregevolissimo Jason Isaacs e che mi si sono accesi gli ormoni da un bel po' e non trovo più il tasto per spegnerli... A parte questo, la seconda visione del film è stata quella che mi ha riconfermato una certezza: ovvero che sto definitivamente, da sempre, dalla parte dei Pirati. Dalla parte di Uncino.
Non parlo proprio dell'Uncino che Barrie intendeva come cattivo e nemico dell'infazia per eccellenza, o quello di Bennato per il quale "per scuotere la gente/ non bastano i discorsi/ ci vogliono le bombe!". Parlo dell'Uncino che ho visto io. Questo Uncino è ossessionato da Peter Pan, succube di una rabbia e di un odio che non ha eguali: e credo che tutto il suo odio non sia altro che... paura del tempo. Peter Pan gli ha tagliato una mano, e con con quel gesto gli ha ricordato il suo essere mortale: da quel momento il coccodrillo lo segue sempre con il suo infernale ticchettio, condannandolo. Un Uncino che odia Pan perché la sua perenne infanzia, allegria e vitalità lo stanno uccidendo lentamente, torturandolo con una felicità e una spensieratezza che a lui sono negate.
Mi piace molto di più Uncino, che Peter Pan. Peter è davvero "incompleto" come lo definisce giustamente il capitano: lui non crescerà mai, non invecchierà, non avrà mai una crescita interiore, né la possibilità di amare in modo adulto. Tutto questo lui lo ha scelto, e non torna indietro. Wendy lo ama, ma il suo è il gesto di chi amerà per sempre i propri sogni di bambina, pur accettando la crescita, i cambiamenti, le responsabilità. Wendy è un personaggio completo, Peter no. Peter è un archetipo, e quello resterà.
Per aprire una parentesi, una delle cose che non mi erano piaciute nel film era tutta l'esasperatissima tensione erotica tra Peter e Wendy; cosa che stride ancora di più quando ci si scontra col fatto che il romanticismo, tra loro, non può avere nessuno sbocco. Perché? Perché Peter è bloccato. È emotivamente incompleto, e al contrario di Wendy lo resterà. Se poi contiamo che capitan Uncino è lo stesso attore che interpreta il padre di Wendy, posso tirare fuori tutte le teorie freudiane che voglio... ^^
Uncino capisce tutto il peso della realtà: quello della propria solitudine, quello del tempo. La sua unica consolazione, ormai, è quella di sapere che Peter è solo quanto lui; per questo sembra più interessato a distruggere quello che ama, piuttosto che ucciderlo quando ne ha l'occasione. Non si sa cosa speri di ottenere una volta uccisa la sua nemesi: a Trilly dice che "morto Pan, saranno entrambi liberi". Forse liberi dallo spaventoso spauracchio del tempo che passa.
Insomma, dopo che già diverse volte un capitan Jack Sparrow è comparso ad indicarmi la strada, stavolta a richiamare la mia attenzione è stato un Capitan Uncino, che col suo uncino di ferro batte significativamente sul quadrante di un orologio che ticchetta inesorabile.
Essere dei Peter Pan non deve mai diventare un peso, come un'Isola che Non C'è non deve diventare una gabbia dorata dentro cui murarsi vivi. Il mondo fuori fa una paura boia, e il semplice rifiuto della realtà e delle responsabilità non ti aiuta a combattere.
Volere fermare il tempo o tornare indietro non lo fa rallentare. Limitarsi a sognare non realizza i sogni.
E qualche volta ci vuole davvero un presunto cattivo per insegnarti ad armarsi di spada e respingere le sciabolate della realtà.
Il coccodrillo non si ferma, e non aspetta nessuno.

Nessun commento:

Posta un commento