lunedì 6 febbraio 2012

Cosplayer orfani?

È appena passata la fiera del fumetto di Novegro, quella che da alcuni anni è una delle mie fiere preferite... e stavolta, me la sono "persa". Per semplici questioni di tempo o di impegno, né io né le mie amiche abbiamo programmato di andarci: non avevamo progetti in sospeso, un costume o un gruppo da portare proprio a quella fiera; molti avevano di meglio da fare, la neve avrebbe complicato qualunque spostamento, e così semplicemente il problema non si è posto.
Però mi sono accorta che mi mancano le fiere cosplay: quella in particolare, per questo, a ripensarci, un po' mi dispiace di essermela lasciata sfuggire quasi senza neanche pensarci.
E, mentre da una parte preme la pura nostalgia di mettermi in costume, di realizzare un intero gruppo, la folle sarabanda di costumi, parrucche e foto, dall'altra mi chiedo come deve essere la situazione per i "novelli" cosplayer. Il cosplay, come molte altre cose, deve la sua diffusione qui in Italia grazie ad internet: io stessa ne sono venuta a conoscenza per la prima volta tramite un forum, e pur frequentando già compagnie di gioco di ruolo e similia non ne avevo mai sentito parlare. La mia curiosità mi ha portata a visitare forum e siti internet personale degli stessi cosplayer, dove mostravano la realizzazione dei loro costumi, le loro foto, i loro scatti durante le fiere del fumetto: è bastato quello per affascinarmi e portarmi ad esclamare: "Voglio farlo anch'io!"
E così ho fatto, per diversi anni. Ci sono riuscita: nel 2006 mi sono tuffata a capofitto nel mondo del cosplay, trascinando con me un buon numero di amiche e -cosa più importante- guadagnandone altre nel percorso. Mi piaceva, e anche tanto. Per alcuni anni ho cercato di fare più fiere possibili, visto che mi davano la scusa per realizzare costumi e per interpretare i personaggi che amo, cosa a cui non rinuncio nemmeno adesso. Io e le mie amiche -che mi avevano seguita con lo stesso entusiasmo... o che avevo provveduto io stessa a trascinare per i capelli ^^ - ne combinammo un bel po' insieme, e ci divertimmo molto: poi, negli ultimi anni, il numero delle fiere a cui siamo andate o di costumi realizzati è diminuito drasticamente. Niente di cui stupirsi: il tempo che passa, gli impegni che si accumulano, le difficoltà degli spostamenti, tutte cose purtroppo normali.
Sulle prime ci ero rimasta un po' male, perché si è pur sempre trattato di un bel gioco che mi veniva sottratto. Poi però ho capito che alla fine non aveva importanza quante fiere facevo o quando avrei potuto dedicarmi ad un certo costume: il momento sarebbe arrivato, ci sarebbe stato un nuovo gruppo a cui lavorare insieme, un nuovo costume per cui chiedere aiuto, qualcos'altro da organizzare... a suo tempo. L'incontro con i Ruoleggi dei Caraibi alla fiera di Rimini, le bellissime amicizie che ne sono conseguite e i gruppi che siamo riusciti -una volta all'anno- a portare tutti insieme ne sono una prova tangibile. A distanza di tempo, ho anche deciso di aprire una pagina su deviantart completamente dedicata ai nostri cosplay, per celebrare quello che avevamo fatto, e l'ho chiamata La Corte dei Miracoli.
Io, insomma, continuo a ritenermi una cosplayer anche se partecipo a pochissime fiere e se faccio foto con l'unico sfondo del cortile di casa mia tanto per scherzare. Però non posso negare che, all'inizio, una grandissima mano mi è stata data da internet: c'erano i forum, grandi e piccoli, in cui anche un'inesperta esordiente come me poteva guardare le foto delle fiere, esplorare i vari tutorial e chiedere consigli ad altri ragazzi con la stessa passione. Sono la prima a sostenere che molti forum si sono, col tempo, trasformati in vere e proprie fosse dei serpenti, ma posso dire onestamente che nessuna lite cibernetica ha mai toccato me personalmente: non sono mai stata in contatto con molti cosplayer, e di certo non sono mai stata una delle tanto chiacchierate "vip del cosplay". E neanche mi interessa. Ma sto divagando: il punto è che, oggi, non esiste più neanche uno di quei forum. Per quello che ne so, i più grossi sono stati chiusi recentemente, e non ho mai saputo se ne fossero stati aperti altri per sostituirli.
Quindi, a chi si rivolgono i nuovi cosplayer? I ragazzi che magari non sono mai stati ad una fiera in vita loro e vorrebbero solo sapere se quella fiera è meritevole o meno, se c'è un biglietto d'ingresso, dove possono trovare il sito con gli orari di apertura? Se vogliono sapere se ci sono gli spogliatoi e a che ora comincia la gara? Fortunatamente molti siti delle fiere mettono fuori le informazioni apposta per i cosplayer, ma non tutte le nuove leve lo sanno. Per quanti lati negativi abbiano i avuto i forum, non era male avere un luogo dove curiosare i tutorial o scambiarsi opinioni. Era divertente sfogliare le gallerie ed emozionarsi perché in foto c'eri anche tu, col tuo costume. Molti ragazzi di un piccolo forum indipendente di cosplay erano diventati amici miei, e abbiamo fatto anche dei gruppi e delle fiere insieme: dopo, per svariati motivi, la compagnia si è disgregata e i contatti si sono persi, anche se ovviamente ogni tanto si rivede in fiera qualche faccia conosciuta, e ci si saluta volentieri.
Con la sparizione dei forum, è come se anche l'ambiente del cosplay fosse diventato ancora più "chiuso" di quanto non sia già adesso. Molti di quelli che lo frequentano da più tempo di me sono d'accordo nel dire che c'è un sentimento comune: che il cosplay sia riservato ad una qualche elite, una fetta ristretta di privilegiati. Io non ho mancato di notare che molti fotografi, in fiera, non perdono tempo con te se non sei qualcuno famoso in rete, o una bella ragazza svestita. Quando gli stessi cosplayer sono così chiusi ad interferenze esterne, come fanno i giovani cosplayer ad avvicinarsi a questo mondo che li affascina, ma che li tiene chiusi fuori?
Forse, facendo come anche noi abbiamo sempre fatto. Con il coraggio di mettersi una parrucca colorata e dei vestiti assurdi, e di piazzarsi in mezzo alla folla a fare foto.
Così come è sempre stato.
http://fc08.deviantart.net/fs71/i/2011/011/2/3/inuyasha_group_by_miracolicosplay-d36y8b3.jpg

sabato 4 febbraio 2012

Ossessionata e contenta

Non è una novità per nessuno: ho una spiccata tendenza all'ossessione.
Quando scopro qualcosa che mi piace -che veramente mi piace- a me, ogni volta, provoca lo stesso effetto dell'Illuminazione sulla via Damasco: vado letteralmente giù di testa, ne fruisco in continuazione per essere sicura di non essermi persa nemmeno un dettaglio (per questo mi piace tanto riguardare i film, rileggere i libri, ascoltare le stesse canzoni milioni di volte), e soprattutto mi metto a cercare ogni cosa che sia stata detta/scritta/disegnata/filmata/registrata sull'argomento. Me ne innamoro. E mi ci attacco come ad una bottiglia, per svuotarla fino all'ultimo sorso.
L'ho sempre fatto fin da piccola con quelli che erano i miei personaggi preferiti, i cartoni, i libri, anche se la svolta decisiva, l'Ossessione con la O maiuscola, è stato decisamente capitan Jack Sparrow. I Pirati e il loro mondo sono stati la passione che mi ha restituito la spina dorsale e la voglia di vivere, e che mi accompagnano fino ad oggi: dopo si sono susseguite altre cose che, per un motivo o per l'altro, sono state destinate ad accompagnarmi in modo costante in certi periodi della mia vita. Ci scherzo sopra, li ho affettuosamente identificati come "le mie ombre inquietanti" nei miei fumetti, però è innegabile dire che hanno sempre avuto un ruolo speciale: il Joker di The Dark Knight, che mi ha portata a divorare qualsiasi cosa avesse a che fare con Batman (ma più spiccatamente, col Joker e Harley Quinn); Rocky Horror Pictures Show che mi ha riacceso la passione per i musical e regalato un sacco di risate; Cats che è stato un innamoramento tardivo ma totale. E lungo la strada potrei aggiungere tutti gli altri musical che ho amato alla follia come il Phantom, Avenue Q, Les Miserables, Wicked. O i film che ho amato, i libri che ho letto, il gioco di ruolo.
L'innamoramento più recente è dovuto a Lestat - il musical, che mi ha portato in blocco non solo uno spettacolo piuttosto carino con alcune belle canzoni, ma anche una settimana a divorarmi il secondo libro di Anne Rice e la totale rivalutazione di un personaggio che non avevo mai apprezzato come merita. Lestat, appunto. Il divertente di questi innamoramenti improvvisi è che sono sempre, sempre, sempre del tutto inaspettati, non programmati e non incoraggiati in nessun modo se non con la semplice curiosità.
In ogni caso, ho sempre bisogno di "andare in fissa" con qualcosa, periodicamente. È qualcosa che mi riaccende il motore, che mi spinge a conoscere nuove cose e nuovi orizzonti, proprio come conoscere capitan Jack Sparrow mi portò a diventare quella che sono ora, amicizie ed esperienze comprese.
Mi piace riscoprirmi continuamente capace di "innamorarmi" di nuovo delle cose. Spesso, purtroppo, la cosa più difficile è proprio trovare qualcuno che condivida con me le stesse passioni, perché ovviamente non tutti sono voraci lettori, o appassionati di musical, o cosplayer, o disposti a scovare e guardare su internet l'unica ripresa esistente di due ore di spettacolo ripreso con una telecamera a mano cladestina... però, qualche volta, per fortuna succede anche quello.
Ma la cosa più bella è sempre questa: che gli innamoramenti rimangono. Non ho mai smesso di tenermi nel cuore tutto ciò che ho amato o apprezzato da piccola, così come adesso non ho mai smesso di amare tutto ciò per cui sono "andata in fissa" in passato. Ogni cosa di cui sono stata appassionata è ancora con me, come un enorme tesoro scintillante rinchiuso dentro una cassa, da aprire quando mi va per potermi crogiolare tra le sue meraviglie!
http://awalkoffaith.files.wordpress.com/2011/12/treasure-chest2.jpg