venerdì 30 novembre 2012

Del perché apprezzare Anne Rice

Post di un momento di buon umore, da leggere con simpatia, e fondato su basi strettamente NON collaudate. ^.^


Intanto perché è una nonnina arzilla e matta come un cavallo sotto steroidi.

Perché ha scritto sempre un sacco, continuamente e di qualsiasi cosa: non importa se di buona o di brutta qualità. (compreso qualche bel pornazzo come The Sleeping Beauty Trilogy sulla cui qualità non posso garantire non avendolo mai letto, ma che adesso a distanza di anni dalla prima pubblicazione sta avendo un'impennata di ristampe grazie al famigerato 50 Shades of Grey)

Perché ama le serie tivù, parla dei suoi personaggi come se fossero reali, ed è la tipica gattara che posta le foto e i video dei suoi gatti su facebook.

Perché, oltre a postare foto dei gatti, disquisisce sempre -e stavolta molto seriamente- di politica, teologia e archeologia.

Perché deve avere preso una botta in testa ed è stata per lungo tempo una cattolica di quelle invasate, ma poi ne ha presa un'altra ed è rinsavita.

Perché ha scritto di vampiri (e di molto altro) come nessuno aveva mai fatto prima, perché ha usato la scusa del sovrannaturale per parlare della "vita, l'universo, e tutto quanto" (e scusate se è poco) e perché è certo che abbia lasciato una traccia, poiché l'archetipo del vampiro "bello e tenebroso" lo dobbiamo a lei.
(Se sia questo un male o un bene, ai posteri l'ardua sentenza. Per me è un bene.)

Perché quando è tornata per breve tempo a New Orleans, si è chiesta se poteva restare lì guadagnandosi da vivere ballando il tip tap in strada, o mettere un banchetto in Jackson Square vendendo consigli letterari a un dollaro l'uno. (Quel che si dice spirito imprenditoriale.)

Perché dà sempre buoni consigli sullo scrivere, gratuitamente.

Perché, qualunque cosa le dicano, niente la ferma. Che la critichino o la lodino, lei continua a scrivere quello che vuole come vuole, che sia bello o brutto, che piaccia o non piaccia.
Perché posta senza alcuna discriminazione recensioni entusiaste e recensioni disgustate (e ci vuole un certo fegato), perché quando le arriva una critica pesante scrolla le spalle e fa "Oh, well." e poi continua a fare quello che le pare.
Dalla "mamma" di Lestat, del resto, non mi aspettavo niente di meno. 

martedì 6 novembre 2012

In poche parole

 

Il lavoro di "sforbiciamento" del primo capitolo si sta rivelando più complicato del previsto.
Da una parte è liberatorio selezionare intere porzioni di testo e poter dire: "È scritto male! Taglia!" prima di giustiziare il tutto con un click... dall'altra, il pensiero di dover riforgiare tutto mi lascia un po' disorientata.

Intanto, mi sono messa a pensare a come ci sembrerebbero le trame dei libri più famosi se qualcuno dovesse spiegarci la trama in poche parole, o addirittura in una sola frase. La trama da sola, l'idea di fondo, può bastare per attirarci? Forse sì. Spesso sono le trame più apparentemente "semplici" quelle che funzionano davvero.


Le nobili casate di un regno si fanno guerra per conquistare il trono, mentre dal nord arrivano mostri nati dal ghiaccio.
(Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco - George R.R. Martin)

Un giovane del 1700 diventa un vampiro.
(The Vampire Lestat - Anne Rice)

Un gruppo di avventurieri di razze diverse attraversa una terra ostile per distruggere un anello magico.
(Il Signore degli Anelli - Tolkien)

Un bambino scopre di essere un mago e inizia a frequentare una scuola di magia.
(Harry Potter - J.K. Rowling)

Una giovane donna vittoriana non si comporta come la società si aspetta da lei.
(Orgoglio e Pregiudizio - Jane Austen)

Uno scrittore viene tenuto prigioniero dalla sua più grande fan.
(Misery - Stephen King)

Una ragazza nell'Irlanda medioevale deve spezzare l'incantesimo che ha trasformato i suoi sei fratelli in cigni.
(La Figlia della Foresta - Juliet Marillier)