domenica 6 maggio 2012

E due.

Senza neanche l'ombra di un editore, senza i soldi per la più misera auto-pubblicazione, senza nemmeno idea se quello che sto scrivendo sia pubblicabile oppure no, senza sapere se qualche lettore potrebbe trovarlo buono come lo trovo io...
...oggi anche il secondo libro è finito.
Lasciatemi almeno l'intima soddisfazione di questa piccola conquista.

File:The End Book.png

martedì 1 maggio 2012

L'ennesima, inutile diatriba vampirica

Lo prometto, questa sarà l'ultima volta che paragonerò qualcosa a... quel libro per adolescenti sui vampiri famoso in tutto il mondo.
Se ne è detto tanto, troppo. In realtà, io non credo che quella serie sia molto peggio di tanti libri passati, presenti e futuri. La cosa che veramente mi sconcerta è che un libro oggettivamente mediocre abbia fatto tanto scalpore. Ma non ho assolutamente nulla contro chi lo legge e lo apprezza. Ma tanto, coloro che lo amano e coloro che lo odiano hanno in comune una cosa: entrambi ne parlano troppo.
Dato che io mi sono recentemente e felicemente data ai vampiri pre-twi...quel libro per adolescenti sui vampiri famoso in tutto il mondo, ho liberamente tratto le mie personali conclusioni da due lire.

Intanto, è troppo facile prendere in giro i vampiri della S.M. Puntare il dito sul fatto che al sole la loro pelle scintilla, che non si nutrono di sangue umano, che continuano a frequentare la scuola per secoli e secoli, è troppo facile e in fin dei conti è poco leale. Premessa: i "veri vampiri" non esistono. Puntare il dito su "i veri vampiri non fanno così" non è un discorso che regge: perfino Bram Stoker aveva deciso che il suo Dracula poteva camminare alla luce del sole. (Ma grazie al cielo lui non brillava. Eddai, lasciatemelo dire...) Questo vuol dire che uno scrittore ha la libertà di fare quello che vuole di una creatura leggendaria: ovvio che poi un lettore può non gradire, mentre un altro sì. Amen.
Non è tanto il fatto di come la S.M. ha realizzato i suoi vampiri: anzi, direi che nei suoi libri, il fatto di essere vampiri è un mero accessorio. È questo il peccato. Il signor Cullen potrebbe anche essere una sirenetta di Atlantide, e questo cambierebbe poco alla storia: la trama è La storia d'amore, tutto ruota attorno ad essa e attorno ad essa si consumerà.
Prima cosa che non mi garba. Ma ad altri lettori invece può piacere molto.
La cosa preoccupante sono i valori che vengono trasmessi da questo romanzetto all'apparenza semplice, facile da leggere e senza particolari slanci di fantasia. A me rattrista pensare che faccia tanta presa un libro i cui punti cardine sono:

- Senza un fidanzato non sei nessuno
- L'uomo ha il diritto di prendere decisioni riguardo voi due senza consultarti e senza il tuo consenso
- L'unico modo in cui puoi fare ragionare un uomo è fare leva sull'attrazione che prova per te e quindi offrirti come merce di scambio
- Hai il diritto di trattare come pezze da piedi due ragazzi innamorati di te
- Lo stalking è una cosa bella e romantica

Eccetera, eccetera, eccetera. Mi sto dilungando e non volevo: ne ho parlato troppo e fin troppe volte.
Arriviamo al punto: qualcuno potrebbe giustamente obiettare che i "vecchi vampiri", in quanto a vizi, non sono tanto meglio dei vampiri odierni. Rimproveriamo a mr Cullen di essere uno stalker e un pedofilo: cosa posso rispondere io, che amo la saga di Anne Rice? (intesa come la prima trilogia: andando avanti tende ad avere delle cadute di stile.)
Analizziamo la situazione: nei romanzi della Rice abbiamo un'ampia gamma di personaggi principali che possiamo accusare a colpo sicuro di stalking, omicidio, stupro, pedofilia, incesto, mutilazione, tortura, abuso morale e fisico in qualsiasi senso. E via allegramente.
Ma qual è la sostanziale differenza?

In twilight, ogni azione, anche quelle moralmente discutibili, ci vengono presentate come qualcosa di bello, struggente e romantico.
Nei libri di Anne Rice, niente di tutto quello che ho citato prima viene presentato come qualcosa di bello, giustificabile o positivo. Viene presentato per quello che è.

È questa la libertà dei libri. Il poter leggere di cose cattive, disturbanti, e riconoscerle per quelle che sono: non nascondendole dietro una patina di buonismo. In tutti i libri della Rice, le azioni evidentemente amorali sono presentate per quello che sono: c'è la paura, c'è la ripugnanza, c'è l'intima sensazione che qualcosa non vada, che ci sia qualcosa di sbagliato, eppure lo accetti perché è questo il gioco: capire che si è arrivati in un mondo in cui si cammina sul limite della moralità. E lo accetti. Ci stai: sei disposto a pagare il prezzo. Perché i personaggi sono abbastanza carismatici e completi per indurti a fare un pezzo di strada insieme a loro.
C'è l'aspetto bello, fantastico, avventuroso, perfino quello comico (adoro come la Rice scherza coi suoi stessi personaggi): non ho mai visto dei vampiri tanto innamorati della vita come nelle Vampire Chronicles.
Ma l'aspetto cattivo o disturbante non viene mai ignorato o edulcorato. Non ci viene presentato nulla di "ideale", anzi, i personaggi sbagliano, inciampano, fanno soffrire le persone che amano e ne pagano il prezzo per i secoli a venire.
E poi, al centro della storia c'è l'immortalità: il significato dell'immortalità, e con esso anche della vita. È qualcosa di stupendo! C'è anche l'amore, ma non è né il fine né il mezzo: "la storia d'amore" non sarà mai al centro della vicenda; siamo molto al di là anche della dimensione umana di amore. I legami amorosi ci sono, finché durano. Se non durano, al massimo ci ribecchiamo tra duecento anni. ^^
E aiuta anche a capire come "stare insieme per sempre" (quando il per sempre è moooolto tempo) sia un concetto grandemente sopravvalutato.

L'unica cosa che mi sento di continuare a dire, è che questo libro per adolescenti sui vampiri famoso in tutto il mondo è e resterà un libro sull'importanza di avere un fidanzato, mentre molti altri scrittori hanno saputo usare la stessa leggenda per parlare della vita, l'universo e tutto quanto.
Che ciascuno scelga il vampiro che gli piace di più. Non ne parlerò ancora.