domenica 10 marzo 2013

Ragazze non troppo per bene - recensione


Cominciamo col dire che la traduzione del titolo e la copertina fanno davvero un pessimo servizio al libro.
A scanso di equivoci: lo presentano come qualcosa sulla linea di Come diventare bella, ricca e stronza, Falli soffrire, Perché gli uomini sposano le stronze... Bene, NON appartiene a questa sfilza di manuali che pretendono di farti diventare una "vera donna" con tanto di pseudo-pornocopertina.
Pornocopertine. Siamo qui per fare vendere di più il libro!

Chiusa parentesi.
Questo libro, scritto da Susan Jane Gillman, mi è capitato tra le mani un giorno in libreria, ho cominciato a sfogliarlo e ho notato subito tantissime frasi che hanno catturato subito la mia attenzione. Per una volta non mi trovavo davanti ad un bel pacchetto di frasi fatte e zuppa precotta. Potrei citarvi qualche esempio:
- Scordatevi le regole per accalappiare un marito. Parliamo delle regole per accalappiare la vita.
- "Cosa vogliono le donne?" Essendo stata redattrice di una rivista femminile -ed essendo io stessa una donna- ho scoperto che oggigiorno la maggior parte delle donne vogliono due cose: 1) qualche consiglio intelligente e pratico su come muoversi nel mondo e 2) ridere. Idealmente vogliamo entrambe le cose allo stesso tempo.
- Se non riusciamo ad amare il nostro corpo, rompiamoci tutte e due le gambe. 
Mi ha convinta e l'ho preso per leggermelo tutto. E non sono stata affatto delusa.
Il libro è brillante e graffiante, un piacere da leggere: parla di cosa serie -e lo sa- ma non per questo si scade nel tragico o nel polemico. Ma nemmeno si esagera con la leggerezza e il semplicismo, come troppo spesso succede con questi libri. Tiene perfettamente fede ai suoi due principi iniziali. È vero: noi donne vogliamo ridere, e vogliamo qualche consiglio pratico. Un piacere da leggere.
Spesso forse il linguaggio è fin troppo spigliato, fin troppo "slang newyorkese" (sul sesso è schietto, spiccio e brutale: NON è per ragazzine) ma d'altra parte si fa perdonare perché non è affatto superficiale e tuttavia riesce a non prendersi troppo sul serio.
Non sono istruzioni per l'uso: è satira. Satira e parodia, ma con intenti molto seri e molto interessanti. Niente viene ignorato o risolto con qualche ricetta per la felicità prefabbricata: non ci sono le regole d'oro della vera donna vincente da seguire, né manuali di auto-aiuto. Si parla anche di questioni come la bellezza e l'ossessione per il corpo, ma grazie al cielo queste prendono solo tre capitoli, e non tre quarti di libro. 
Il tema è la vita. La realtà. Il lavoro. L'amore. Le persone. La realizzazione personale. L'essere disposte a lottare con le unghie per quello che si vuole e che si merita; il non accettare di essere ignorate, l'alzare la voce e l'uscire dai gangheri quando serve veramente. L'essere libere dall'auto-imposizione di dover sempre piacere a tutti, a tutti i costi.
Un libro semplice, senza pretese e liberatorio: ecco come lo descrivere.
Penso che il suo messaggio sia valido per tutti, sia uomini che donne, anche se si basa prevalentemente sull'esempio femminile. Ma la sostanza non cambia.
Quindi, abbiate coraggio. Incazzatevi, quando serve. Riconoscete le cose sbagliate quando le vedete, e riconoscete le cose belle. E non arrendetevi. Mettete nella carriera la stessa ostinazione che le nostre nonne vorrebbero vederci mettere invece nella ricerca di un marito. Siate oneste, invece di voler fare le affascinanti e "le migliori" a tutti i costi.
Per ovvie ragioni mi è piaciuto molto il capitolo dedicato ai vent'anni. E non posso che plaudere a tutte le donne che incoraggiano le altre donne a "calzare un paio di Doc Martens psicologiche e avventurarci senza paura in cerca d'amore, di gloria e d'avventura."

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