mercoledì 7 agosto 2013

Su una gamba sola

Ho un piede rotto e ingessato da dieci giorni. Lasciamo perdere il come e il quando, che è una sordida storia di gente chiusa fuori senza chiavi e di cancelli scavalcati...
È davvero triste che questo incidente mi sia capitato proprio adesso che anelavo soltanto ad un po' di indipendenza, cose da fare e tempo lontana da casa. Me la sono andata a cercare, e ora mi trovo in una condizione di limitazione e dipendenza maggiore di quanto abbia mai provato.
Sono almeno riuscita a fare metà delle cose che aveva in programma prima di farmi male, anche se devo comunque pagare lo scotto di un viaggio sfumato. Adesso invece, dovendomi muovere in casa con un piede ingessato e le stampelle, mi ritrovo a dipendere strettamente dagli altri, a dover sempre chiedere qualsiasi cosa, a dover fare la doccia seduta, a non poter fare neanche cose come sparecchiare la tavola o pulire camera mia, a dover tenere sempre le cose sottomano perché non posso raggiungerle, pensare prima a qualsiasi spostamento debba fare da un piano della casa all'altro. Sono cose a cui non si pensa mai veramente finché non ti ci ritrovi in mezzo. E meno male che, nel mio caso, si tratta solo di una condizione temporanea.
È una cosa che i primi giorni mi aveva lasciata molto abbattuta e, come un'automobilista, sempre, costantemente incazzata come una iena a spese di chiunque mi stava intorno. ^^
Il fatto è che non ci sono abituata. Nessuno c'è abituato, ma io di solito sono quella che non si ammala mai, e che non si fa mai male sul serio. Io me la cavo sempre da me. Ed è strano, molto strano, avere ogni tanto la prova tangibile che il tuo corpo non è a prova di bomba.
Finora mi sono evoluta: ho imparato a farmi le iniezioni da sola (Prossimo passo, autochirurgia! Ah ah. Magari no. No. Decisamente no.) e giro per casa in stampelle con marsupio e zainetto... e devo dire che finora me la sto cavando bene con certi stratagemmi.
Sto cercando di tirare fuori il meglio da una scomoda situazione, per come posso: mi spiace solo che mi sia stata negata un'esperienza di vita piacevole e me ne sia stata data invece in cambio una brutta. 
Ma si sopravvive, e si spera solo che questo agosto passi. Questo agosto in cui, grazie ad un gesso, mi trovo mio malgrado ancora più bloccata, immobilizzata e impantanata sotto ogni aspetto, e aggiungiamoci anche che intanto si boccheggia nel troppo caldo e nell'atmosfera di desolazione estiva che odio.
Eppure tutto sommato il buon umore è tornato, e riesce a restare.
E almeno, non potendo fare proprio altro, si scrive.