mercoledì 28 marzo 2012

Fuck yeah.

*esame da Guida (non di automobile)*
"...Voi, mi raccomando, dovete fare attenzione a non perdervi tra gli argomenti, a scegliere le cose da dire, ecc. ecc..."
*occhiata nella mia direzione*
"Tu vai bene."

*dialogo all'interno della mia testa*
"Ehi, ma... Autostima! Che bello rivederti! Dove sei stata tutto questo tempo?"
"...Sotto le tue suole, carogna!!!"

martedì 27 marzo 2012

Sempre parlando di coerenza

Presupposti:
- Non ho mai lavorato coi bambini e mi lasciano indifferente.
- Guidare a lungo mi mette ansia.
- Mi intartaglio se devo parlare in pubblico.
- Non amo la "gente".

Risultato:
Venire scelta per un lavoro di guida turistica e animatrice in costume, ad un'ora e 10 di auto da casa.

Senso: la mia vita non ne ha!


lunedì 19 marzo 2012

"Ho visto musical che voi umani..."

A quanto pare, continuo a sentire l'irrefrenabile desiderio di perseverare nella mia professione segreta: la spacciatrice di musical semisconosciuti.
In particolare, l'ispirazione per questo post mi è venuta dopo avere scoperto che esistono due versioni di Lestat - the musical ovvero la prima presentata a San Francisco, e quella pesantemente modificata e presentata a Broadway. Ho avuto la fortuna di trovarle entrambe, ma è soltanto un caso che io le abbia viste "al contrario": prima quella di New York e poi quella di San Francisco. Questo forse, inconsciamente, mi ha aiutata anche nel compito di confrontarle, dato che mi ero già presa una cotta tremenda per la versione di NY, da molti fan considerata la peggiore.
Sostanzialmente, le differenze sono ben riassunte nell'articolo di wikipedia dedicato al musical:

[The pre-Broadway version of the Lestat musical was extremely different from the New York version of the Lestat musical. Even though it was the highest-earning pre-Broadway play in San Francisco history (beating out Wicked and Cats) the company drastically revised the play. The San Francisco version, performed at the city's historic Curran Theater during the final months of 2005 and early 2006, had far more elaborate stage effects and production values and included projected images illustrating the main character, Lestat's, story.
The Broadway version of Lestat was more interpretive, and used fewer projections. It also cut quite a few plot elements from San Francisco. The song "Right Before My Eyes" was inserted, "In Paris", a duet sung by Nicolas and Lestat was cut, and "In Paris" was expanded to when Lestat first arrives in Paris and sees Nicolas' work at the theater, the number was called "In Paris Sequence". Gabrielle's solo "Nothing Here" was changed to "Beautiful Boy"; and the play-within-a-play in the Vampire theater, was changed from the number "Origin of the Species", which explained the legend of King Enkil and Queen Akasha, to "Morality Play", which was about Armand and Marius' relationship, and completely scrapped any references to The Queen of the Damned, including, later in previews, cutting Queen Akasha and King Enkil from the show completely. This version was played March 25, 2006 to May 28, 2006 at the Palace Theater for 33 previews and 39 performances.]
 (fonte - Wikipedia)

La prima cosa che salta all'occhio è quanto la versione di SF sia quasi perfettamente fedele al libro, "Scelti dalle tenebre", ed è assolutamente un grosso punto a favore di quella produzione. Il peccato, nella versione di NY, era proprio vedere come la storia fosse riassunta all'inverosimile, ridotta all'osso, quasi, del tutto priva di tutte quelle connotazioni sentimentali e filosofiche di cui invece è pieno il libro. Ecco, nella versione di SF sono riusciti ad inserire alcuni di quei dialoghi essenziali, che non solo rivelano molto di più dei singoli personaggi, ma danno al musical tutto un altro sapore.
Nicolas, per esempio: nella versione di NY il suo personaggio è pesantemente sacrificato, anche se è importante. Certo, ha comunque un ruolo chiave nella vicenda: morire in modo orribile ma non si vede niente di lui, dei suoi pensieri o il suo tormento interiore; non è nient'altro che la spalla di Lestat. Nella versione di SF ha molte più scene dedicate a lui: è un personaggio che parla, discute, interagisce, si scontra con Lestat, e diventa molto più plausibile.
Una cosa che non ho perdonato, però, è stato non avere alcuni dei miei pezzi preferiti: manca "The Bugs and the Bears", che pur non essendo essenziale è un momento molto tenero, e poi non c'è "Right Before my Eyes". E quella no. Quella la voglio. La esigo. Così come la reprise: invece di inserire ogni volta una reprise del giro di note di "The Thirst" avrei messo quei due pezzi: brevissimi ma da spaccacuore, e l'ultimo si sarebbe inserito perfettamente dopo "Crimson Kiss" e prima dell'arrivo di Marius, anche senza bisogno di mostrare sul palco la morte di Nicolas come invece avviene nella produzione di NY.

And now his life slips through my hands
his gentle soul leaves on the wind
a broken angel finds release
from all my selfish dreams that darkness brings.

So what do I do now?
He's gone, I'm left alone and so unsure
Who'll guide me now, and give me tears to cry?
When all I loved died right before my eyes.

Un'altra nota stilistica a favore della versione di SF sono le scenografie: quelle di NY sono spesso scarne, a volte del tutto assenti, mentre la prima ha una grande cura nel ricreare perfino gli ambienti interni. Detta così, sembra che tutto vada a favore della prima versione (infatti non capisco perché i produttori abbiano voluto cambiarla così a fondo): non è del tutto vero, perché anche lo spettacolo di SF ha i suoi difetti. Il più lampante? È statico. È statico da morire, e non so se fossero gli attori che dovevano ancora farsi le ossa, ma ne dubito: Hugh Panaro non era l'ultimo arrivato neanche allora, ed è stato più volte nientemeno che il Fantasma. Canzoni che sarebbero state perfette per coreografie di gruppo (come hanno, stavolta giustamente, rimediato nella versione Newyorkese) sono banali e staticissime: "In Paris" è moscetta se cantata da due soli attori che peraltro stanno quasi sempre seduti, invece che da un'intera folla. Così come "Welcome to the new world" che nella versione di NY è semplicemente fantastica, e ha un'impennata improvvisa anche in quanto a scenografia.
Poi, i costumi: io preferisco quelli di NY. In realtà ci sono poche differenze, ma l'aspetto dei personaggi mi sembra molto migliore nella seconda versione, e anche Hugh Panaro riesce sempre a dare il meglio di sé.
Personalmente, invece, trovo Marius pessimo in entrambe le produzioni (identiche). È ritratto come una specie di monaco buddista basso, pelato e rotondetto. E lui non deve neanche cantare, quindi non è che l'attore sia stato scelto magari non per il suo aspetto ma per le sue doti canore. C'è da dire che nella versione di SF, al teatro dei vampiri mettono in scena "The Origin of the Species", che era un modo molto carino di raccontare la storia dei progenitori dei vampiri, Enkil e Akasha, (lo spettacolo che invece viene mostrato nella versione di NY è quasi incomprensibile e visivamente noioso) e lì compariva una versione teatrale di Marius con lunghi capelli bianchi e un sontuoso abito rosso. E io chiedo, ma perché non l'hanno semplicemente vestito così nella versione ufficiale?
Nota di demerito per la versione di SF: durante il bellissimo pezzo di "The Thirst", Lestat afferra la sua prima vittima e la morde... alla pancia. No, scusa. Stiamo scherzando? Alla pancia?!? Era tanto difficile il classico morso da vampiro, peraltro molto d'effetto sul palcoscenico? Dovrebbe essere un momento tragico, e invece o ti metti a ridere o ti cascano le braccia.
Uno dei commenti che è stato fatto alla versione di New York si riassume semplicemente in: "più gay". D'accordo, salta all'occhio che nella produzione di NY sono state inserite un sacco di interazioni in più tra i personaggi (e questa è tra le cose che lo rendono meno statico e più divertente), comprese quelle amorose che nella versione SF erano solo accennate. Per me non è affatto un male. Anzi, posso dire di averle anche apprezzate: e diciamolo fuori dai denti, tutti i vari momenti Lestat/Nicolas, Lestat/Louis sono fin troppo canonici. Non c'è niente che non succeda (o non si intuisca) nei libri, perciò ci sta, e anche bene. Avrei anche lasciato la scena del morso di Armand, il cui ruolo è quasi uguale in entrambe le versioni, però in quella di NY è più energico e interessante.
Il finale è più completo nella versione di SF: forse un po' troppo sfarzoso o "buonista" però ci poteva stare.
Perciò, anche se il musical non è mai più stato ripreso in mano dopo avere chiuso a Broadway, secondo me la cosa perfetta da fare sarebbe stata prendere il meglio delle modifiche apportate nella versione di NY e spalmarle sulla struttura della versione di SF. Aveva le potenzialità per essere un ottimo musical, invece di fare un buco nell'acqua.
Bene, io ho la mia scaletta. Se qualcuno mi trova una compagnia teatrale, telefoniamo a Broadway e lo rimettiamo in scena in un attimo!

http://beautifulstrange.net/lestatmusical/images/leslouclaurow2.jpg

lunedì 12 marzo 2012

Intervista col Vampiro (ma dai?!?) - film 1994

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghM9Ks1SEQy9UNtwwKe9nYXgVp4Oe9VDRnv2ZAOTExr4mdml0f_oNyCNnwaU7UW6RhAVgmLEhTeOcMhL1paWCsJYGrnXUsypKued3A8lTCpN044gtJmtgSi2WLFkRUMMqToWAWIjyuw74/s1600/intervista+col+vampiro.jpg 
Ho guardato diverse volte Intervista col Vampiro anche prima di appassionarmi alla storia -e a Lestat- col secondo libro di Anne Rice. È sempre stato uno di quei film in perfetto equilibrio tra il piacermi e non piacermi, anche se tirando le somme ci trovo sempre più pregi che difetti.
Prima cosa: il cast. Punto spinosissimo, che divide da anni orde di fan dei libri.
Personalmente, trovo sia Lestat che Louis del film piuttosto accettabili e simili, in una certa misura, alle descrizioni dei libri. Mi piace come Tom Cruise fa Lestat (per quanto la sua parrucca bionda ogni tanto sembri essere passata attraverso un aspirapolvere...). Brad Pitt poteva starci fisicamente per Louis, ma... mio dio, poche volte l'ho visto così -è proprio il caso di dirlo- impalato come in questo film. Il risultato è una recitazione da vampiro stereotipato: tutto rigido e che parla sussurrando; questo è proprio uno dei lati che non mi convincono, e in italiano anche il doppiaggio non aiuta. Solo Tom Cruise riesce, ogni tanto, a sciogliersi un po' e a non suonare ridicolo.
Claudia la trovo molto azzeccata: fantastica da ascoltare con l'audio originale in inglese, prova vivente che agli inizi della sua carriera Kirsten Dunst sapeva recitare!
Armand... il meno azzeccato di tutti, ma per il semplice fatto che con lui hanno volutamente ignorato la sua descrizione nel libro: ovvio che Antonio Banderas non c'entra niente con un giovanotto rinascimentale dai capelli ramati. Però c'è da dire che per quella parte occorreva un certo carisma da "capo dei vampiri" che un attore giovane non avrebbe avuto, per questo probabilmente si sono affidati ad un attore del suo calibro. Anche se non è che brilli. E lo dico da fan di Banderas.
È una mia ipotesi, ma probabilmente all'epoca hanno fatto questa scelta: scegliere deliberatamente i belli del momento. E non è stata una scelta sbagliata, secondo me. Semmai, è divertente il fatto che questo ruolo abbia fatto vincere un Razzie Award a Cruise e Pitt... per la peggior coppia!
In quanto al film, sono convinta che per l'anno in cui è uscito (1994) fosse un buon prodotto, e tutt'ora è piacevole da guardare. Ci sono alcune scelte stilistiche che mi stonano, la recitazione troppo spesso volutamente "impalata" o esasperata, scene di lotta abbastanza penose, ma per il resto ci sono decisamente molte altre cose che funzionano. È interessante ed è oggettivamente bello da vedere, anche solo per l'atmosfera cupa, per la ricchezza dei costumi e delle scenografie. Tutta la parte con Claudia è la mia preferita, ma penso che la parte veramente viva, e anche divertente, del film sia dalla vampirizzazione di Louis fino alla fuga da New Orleans. Uscito di scena Lestat, il film si ammoscia un po': anche la parte al Teatro dei Vampiri non fa granché per risollevare l'atmosfera. La fine di Claudia e il rogo del teatro finalmente riaccendono l'attenzione, così come la conclusione del racconto di Louis.
Sotto questo aspetto, la nota veramente positiva è il cambio radicale che hanno fatto col finale del libro: ovvero il ritorno in scena di Lestat in tutto il suo splendore. Paraponziponzipom. Secondo me è stato giusto: un finale chiuso, o comunque criptico come quello del libro sarebbe stato moscio, per un film che già di suo tende ad appiattirsi due o tre volte. Invece, un finale così è di quelli che ti strappano la ghignata di soddisfazione. E poi è stato giusto anche per il personaggio di Lestat: dato che non ci sarà mai un film di Scelti dalle Tenebre (e io piango... so che hanno provato a frullare qualche dettagli nel film La Regina dei Dannati, ma il poco che ho visto mi sapeva di cagata colossale) era l'unico modo di rendergli giustizia.
Per me, il bello del film è che nonostante tutto resta molto, molto attinente al libro, soprattutto nei dialoghi. Probabilmente è stato il meglio che si potesse fare. A volte mi chiedo cosa verrebbe fuori se decidessero adesso di farne un remake... se rimanessero fedelissimi al testo, forse ne verrebbe fuori un gran bel film. O una sublime boiata. Forse è davvero meglio non saperlo!