martedì 22 aprile 2014

Der Spiegel im Spiegel

Ci sono racconti che hanno senso solo nella testa dello scrittore. Altri di cui afferriamo vagamente il senso perché usano metafore comuni, ma che comunque non capiamo e non riusciamo a fare nostri. Altri ancora di cui ignoriamo del tutto significato, ma che hanno delle belle immagini che ci lasciano ispirati ma un po' confusi. E alcuni che capiamo, perché in qualche modo, in quel momento della nostra vita, hanno senso anche nella nostra testa.
È la prima volta che mi capita di leggere un libro dove ce ne siano di tutti questi tipi.


"(...) Il vecchio gli picchietta col dito sul petto, alitandogli in faccia. "Combattere una battaglia perduta, questa è la vita!" dice scandendo ogni parola. "E in che cosa consistono la grandezza, l'appello di natura morale, l'imperativo etico? Glielo dico io, giovanotto: anche se tutto è privo di senso, bisogna comunque intraprendere qualcosa! Perché? Perché l'uomo deve fare quello che è in suo potere fare!" (...)

"(...)A un certo punto rinunciò a credere che il sipario si sarebbe mai alzato, pur sapendo nello stesso tempo di non poter lasciare il suo posto, perché non era del tutto da escludere la possibilità che invece, inaspettatamente, esso si aprisse. Da un pezzo aveva cessato di sperare, o di provare rabbia. Non poteva fare altro che restare lì dov'era, qualsiasi cosa accadesse o non accadesse." (...)

(Michael Ende - Lo Specchio nello Specchio)

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