Allora.
Libro.
Mounsier le Terzo Libro, e tutti voi personaggi che lo popolate, mi sa che è ora che facciamo una seria chiacchierata.
Il punto è che dobbiamo assolutamente fare qualcosa per lavorare sul nostro rapporto, altrimenti come al solito non concluderemo nulla. Il punto è che ho bisogno di voi, e non è carino mollarmi a piedi ad ogni pagina, ogni volta che cerco di buttare giù una scaletta o il punto della situazione, ogni volta che mi chiedo quale strada farvi prendere.
È inutile fare i difficili e ribellarsi, o fare gli offesi quando il mio interesse per voi cala, o fare i gelosi quando vedete presentarsi alla porta i protagonisti di altri progetti, magari meno rodati, ma più vivi e interessanti. È inutile fare il broncio e tirare fuori la scusa del "c'eravamo prima noi". Voi qui "ci siete prima" da un sacco di tempo. Da un sacco di anni. E i nuovi personaggi e le nuove idee magari adesso avrebbero voglia anche loro di proporsi, ed è giusto che io dia un'occasione anche a loro.
Il punto è, signor Terzo Libro, che io voglio finirti: perché ti voglio bene e ne voglio ai tuoi personaggi. Sì, non ho mai smesso, per quante volte abbia distolto l'attenzione o perso la speranza. Credo ancora in questa storia, sebbene io per prima le trovi un mucchio difetti. Credo nei suoi lati positivi. E credo che mi piaccia scriverla.
Il fatto è che voi, adesso, mi dovete dare una mano. Mi avete fatta tirare avanti per anni, vi siete rivoltati come calzini sotto i miei occhi, avete fatto cose che neanche pensavo doveste fare e mi avete quasi fatta impazzire col vostro trascinarvi svogliatamente per un paragrafo per poi partire a tutta birra per capitoli e capitoli, funzionando e sfavillando come mai avevate fatto prima, facendomi esaltare come un'invasata che non riusciva a credere che scrivere potesse essere così bello a volte.
Per questo motivo, adesso non è che potete continuare a fare le primedonne, funzionando se e quando volete voi. Volete accompagnarmi fino alla fine di questa storia?
Allora fatelo: facciamolo insieme, e vediamo di farlo bene. La mia non è fretta di finire: voglio divertirmi a scrivere questa storia, voglio che mi piaccia.
Al momento non mi importa più neanche dei miei dubbi, della mia convinzione che non sarà comunque pubblicabile. Ho capito che scrivere è più importante di pubblicare. Con un po' di tristezza, perché non c'è scrittore che non voglia assaggiare almeno una volta almeno una fettina della torta del successo, però la cosa più importante è scrivere, e io forse non riuscirò a credere del tutto in questa storia finché non avrò i tre libri finiti.
Perché vi siete rifatti vivi, se non per concludere degnamente questa cosa? Preferivate che lasciassi la storia così com'era? Infantile, illogica, impubblicabile, ma finita? Vi ho già dato una seconda chance: vi ho dato tutte le chance che potevo darvi, perché credo in voi. E perché mi piace scrivere.
Adesso però è ora di tornare in riga. Quindi, se volete aiutarmi a finire e a finire bene, tornate tutti qui e datemi una mano.
L'ho letto ad alta voce, nella vana speranza che anche i miei personaggi bizzosi prestassero orecchio perché potrei sottoscrivere ogni singola parola, sopratutto per lo stato attuale delle cose, per come funzionano tra me e la mia penna (e questa faccenda della connessione astrale secondo me è seria XD).
RispondiEliminaLa cosa buffa è che per quanto noi possiamo alzare la voce, i personaggi e le storie hanno mille modi per ricordarci quanto alla fine fine siano loro a tenere il coltello dalla parte del manico. Ma è anche vero che per quanto spocchiosi e capricciosi possano essere, a loro piace farsi scrivere... alle volte si deve semplicemente aspettare che se ne rammentino.
In bocca al lupo per il tuo terzo libro ;)
Spero che le ramanzine funzioni anche con i tuoi personaggi! :-D
EliminaIo per il momento ancora zoppico, però ho scoperto che rileggendo su carta il secondo episodio, le idee tornavano a scorrere. Grazie!