Sono all'ultimo libro della saga del Trono di Spade, ovvero I Guerrieri del Ghiaccio. E devo dire una cosa che farebbe gridare all'eresia certi "puristi": comincia a starmi sullo stomaco.
Ho già parlato di Game Of Thrones; del primo libro e della prima serie del telefilm: mi sono piaciute e continuano a piacermi entrambe tutt'ora. Il fatto è che dopo nove libri, un lettore comincia veramente, veramente a fiaccarsi. I primi libri di Martin mi sono piaciuti: lo stile non è semplice, né particolarmente scorrevole, ma dai e dai mi sono affezionata ai personaggi, mi sono interessata alle loro storie (e in questo, insisto, mi è stato di grande aiuto il telefilm: ha dato una faccia ad ogni personaggio e mi ha aiutato ad inserirli mentalmente in un contesto a volte troppo grosso da digerire tutto d'un botto) e mi è piaciuto l'intreccio, il fiato sospeso ad ogni pagina, perfino le speranze tradite e le fini ingloriose di personaggi che amavo.
Però, poco a poco -soprattutto nel lentissimo Il Dominio della Regina- la tensione è venuta sempre meno: tornava solo di tanto in tanto, in alcuni momenti studiati, quando facevano capolino personaggi di cui davvero mi interessava, mentre il resto nuotava in un mare di capitoli simili ad una lunghissima digressione che non giunge mai al punto.
Io credo che Martin sia un grande "artigiano": insisto a dire che ha creato un mondo. Un mondo completo di classe politica, correnti religiose, superstizioni e usanze, casate regnanti e legami di parentela infiniti (che però lui ricorda uno per uno, ne sono sicura). Però... Però non sono sicura che sia altrettanto bravo come affabulatore. La cornice entro cui realizza le sue storie è assolutamente perfetta: peccato, però, che la si renda così perfetta a scapito del lettore. Per ricostruire con ordine ciò che accade, metà dei capitoli sono composti da personaggi che discutono di manovre militari già avvenute o da realizzare in seguito, con dovizia di particolari. Oppure ci si lancia in grandi digressioni su quali siano esattamente i legami di sangue di una tale famiglia con l'altra. O come sia andato quello o quell'altro evento storico. Tutte cose che forniscono informazioni, ma divergono continuamente da quello che al lettore interessa di più... la trama! La pura e semplice trama! È ovvio che dipende dai gusti dei lettori: ebbene, io sono abituata a leggere libri di un certo peso, e ho letto volentieri in fila tutti e dieci i volumi della saga del ghiaccio e del fuoco. Però, personalmente, quando è troppo è troppo. La leggo per i pochi personaggi di cui mi interessa. La leggo per il semplice "voglio vedere come va a finire" e mi frego da sola perché so già che resterò delusa: infatti la saga NON è ancora finita ed è ben lungi dal finire. Altra cosa di cui gli ultimi libri risentono tantissimo, secondo me: ad un certo punto manca il respiro, cala l'attenzione, cala la tensione, il lettore si perde e si comincia a desiderare semplicemente di arrivare da qualche parte. Di concludere qualcosa. Ma no. Purtroppo, per quanto bella e ben scritta (perché È ben scritta) possa essere una saga, la lunghezza e la mancanza di una meta si fa sentire. Tanto.
La cosa che più mi dispiace, inoltre, è che di solito in una saga mi piace ricordare ogni singolo libro per quello che è, per quel che accade e per i suoi particolari. In questa mi perdo. Giuro che se prendo in mano un libro a caso (eccetto i primissimi) non saprei dire che cosa succede in quel libro in particolare. (Certo, non aiuta il fatto che l'edizione italiana abbia diviso in due -quando non in tre- certi volumi) Troppi avvenimenti, troppe cose, troppo dispersivo. Ormai mi perdo per strada: vengono pronunciati dei nomi come se avessere una grandissima importanza, e io nemmeno mi ricordo dove li ho già sentiti. A volte non basta più neanche l'elenco dei nomi in fondo ai libri. Un libro comincia con una sfilza di nuovi personaggi mai incontrati prima, e anche se sai che dovranno pur essere importanti, ti resta la strizza perché ti ritrovi a leggere di loro mentre vorresti saltare a quelli che veramente ti interessano.
Però, nonostante tutto, da quando è uscita la serie tv e GOT è diventato improvvisamente di gran moda, Martin è diventato praticamente Dio sul web. Nessuno scrive come Martin. Nessuno è bravo come Martin. Non si può dire niente a Martin. Lui, da scrittore, giustamente fa solo il suo lavoro e se ne sta buono buono, scrive (con caaaalma), incassa sui diritti d'autore e direi che ha il sacrosanto diritto di farlo: ci pensa tutto internet a fare le sue crociate per lui.
Adesso sembra che nessuno abbia mai scritto qualcosa di tanto bello come GOT, che se non scrivi come Martin non sei un vero scrittore, ed esagerazioni sul genere. (Perché di esagerazioni si parla: un conto è amare la saga, un altro è ritenerla una bibbia.) Come ci sono stati gli scrittori di fantasy sullo stampo di Tolkien, ora è probabile che in futuro molti seguiranno un nuovo filone sullo stampo di Martin.
Semplicemente, per me George Martin è bravo, ma non penso che lui sia il non plus ultra della letteratura. Tutto qui.
Mi piacciono alcuni dei suoi libri, e alcuni dei suoi personaggi. Ma ho letto molti libri e molte saghe che mi piacciono di più.
Ci sono libri che posso prendere e aprire in qualsiasi pagina, e restare per ore a leggere dal punto in cui ho iniziato: le cronache del ghiaccio e del fuoco non sono fra questi. Per leggere quello che scrive lui, ci vuole una buona dose di pazienza e di vero interesse.
Sì, possono essere strutturati e architettati meravigliosamente, ma se annego in un fiume di digressioni difficilmente riuscirò a tornare a galla e recuperare il filo del discorso!
Per questo, ho voglia di finire con calma questo decimo libro, per poter arrivare all'ultima riga dell'ultima pagina e poter dichiarare un "fine primo tempo". E poi, per potermi godere a mente sgombra la seconda serie del telefilm: mi piace sapere già che cosa deve succedere e godermi la trasposizione televisiva.
Perché la serie tv sotto questo aspetto ha un pregio: è molto più immediata e godibile.
E puoi fare le maratone serali con gli amici.
Io ritengo Martin il miglior autore fantasy contemporaneo (contemporaneo = dopo Tolkien) proprio perché a me le digressioni piacciono davvero tanto.
RispondiEliminaAl di là della completezza del mondo che si è inventato, leggere delle casate, delle storie minori e delle superstizioni mi affascina; è semplicemente il mio punto di vista. Probabilmente questo perché i personaggi li ho collegati subito e ancora adesso li so gestire (sì anche la maggior parte delle parentele), fatto dovuto a quella cara persona del mio prof di italiano alle superiori fissato con i romanzi russi del primo novecento (a confronto il Trono di Spade sembra che abbia quattro gatti).
Il punto è che può piacere o non piacere, ma ricordiamoci che la maggior parte di quelli che lo chiamano dio hanno letto la Troisi e poi hanno visto la serie tv di GOT, senza dunque sapere cos'è il fantasy.
P.S.: A me le digressioni piacciono tanto, anche perché la mia letteratura è fatta SOLO di digressioni =P
Il fatto è che io preferisco leggere di dieci bei personaggi, piuttosto che di settanta... anche se altrettanto belli! ;-P
EliminaCome scrittrice, a Martin invidio molto la sua capacità di costruzione e di caratterizzazione, lo ammetto senza problemi: ma come lettrice ho risentito spesso della pesantezza di alcuni capitoli e di alcune scelte, e questo mi rovina un po' il gusto per la sua saga.
Probabilmente hai ragione anche per quanto riguarda la qualità del pubblico. ^^