venerdì 14 gennaio 2011 19.21
Scoprire nuovi musical sta diventando un'emozione tutta nuova ogni volta, e soltanto adesso mi rendo conto di quanti spettacoli meravigliosi mi sono persa fino ad adesso.
Si può dire che per me è cominciato tutto con la versione cinematografica di The Phantom of The Opera (anche se in effetti è cominciato ancora prima, con Jesus Christ Superstar e Aggiungi un Posto a Tavola), e pensavo che quello fosse il massimo, il non plus ultra. E' ancora uno dei miei musical preferiti in assoluto.
Poi però, grazie ad un prezioso dvd prestatomi da Matreh, scopro una cosa come Les Miserables.
Non era neanche la vera e propria opera teatrale, ma il concerto fatto in occasione del venticinquesimo anniversario... ma non importa. Curiosamente, io ho sempre delle reazioni fisiche ben precise alla musica: brividi, quando mi piace particolarmente. E, per Les Miserables, i brividi non sono mancati, anzi sono cominciati dalle prime note per restare durante tutta l'opera. E poi le lacrime. Sì, questo è uno di quei musical per il quale mi sono messa a piangere, e non mi capita spesso.
Sono convinta che sia per la mescolanza di parole e musica: il teatro stesso -ma il musical in particolare- è un altro mondo, un modo alternativo di raccontare una storia. Il musical ti tocca su due livelli: la musica e le parole.
La musica arriva dove le parole non bastano, e le parole dicono quello che la musica non può dire. Quando le due cose si fondono perfettamente, ecco, viene toccato il tasto, e da lì in poi quella che ti viene trasmessa è pura emozione. Quando la musica finisce e il sipario cala non sai dire nemmeno tu quale sia esattamente la parte che ti ha toccato a tal punto, sei solo consapevole dell'emozione che, per quel breve momento, hai provato come se fosse tua.
Ecco cosa intendono, quando parlano di magia del teatro. E io sono un'accanita sostenitrice della magia del musical.
C'è poco altro che posso dire a livello puramente tecnico: è uno spettacolo che va guardato, e basta. Bravissimi gli interpreti, anche i giovanissimi; ho amato particolarmente Jean Valjean, e solo con qualche minuto di ritardo ho riconosciuto un certo giovanotto di nome Ramin Karimloo, che interpretava un certo Fantasma in un altro musical che conosco di sfuggita... Straordinari i Thenardiér: ho notato che quasi in ogni spettacolo teatrale ci sono "loro": i buffoni, i grossolani, quelli che rubano la scena perfino ai protagonisti e sembrano riuscire ad occupare tutto il palco anche solo gesticolando. Quelli che magari non saranno le voci migliori sul palco, ma quando viene l'ora dei saluti sono quelli che si prendono più applausi di tutti. Grandissimi, davvero.
Toccante anche la scena dopo i saluti quando, a sorpresa, il vecchio cast del 1985 è salito sul palco insieme a tutti gli altri... e, dopo essersi presi gli applausi, hanno cantato a loro volta dimostrando che questi arzilli vecchietti hanno ancora delle signore voci!
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